L’omaggio del Teatro Brancaccio di Roma a Gigi Proietti
Il direttore del Teatro Brancaccio, Alessandro Longobardi, con i commercianti dell’associazione “Boulevard Merulana” e la gente comune del quartiere, ha reso omaggio in modo semplice e spontaneo all’indimenticabile Gigi Proietti.
Ha così scoperto il murale che ritrae il grande artista romano sulla saracinesca del teatro che fu diretto da lui dal 2001 al 2007.
Il ritratto è opera dello street artist Maupal.
Con il supporto di Padre Lucio della chiesa di San Martino ai Monti si è poi esibito in via Merulana il coro dei Piccoli Cantori di Torre Spaccata, proponendo la canzone “Preferisco il Paradiso”, colonna sonora dell’omonimo lavoro in cui Proietti interpretava San Filippo Neri.
Intanto sul maxi schermo sono state proiettate le immagini in diretta del funerale di Gigi Proietti; il feretro è arrivato così virtualmente anche al Brancaccio.
Afferma Longobardi, visibilmente commosso: “Abbiamo interpretato al meglio questo momento con la gente di via Merulana e San Giovanni che ama Gigi”.
Prosegue in una nota sul suo profilo Instagram: Era il 1978 quando il Teatro Brancaccio venne inaugurato dai “tre Gigi” (il padre Luigi Longobardi – scomparso lo scorso febbraio -, Luigi Magni, autore celeberrimo e il mitico Proietti, nda) con la commedia “Gaetanaccio”; poi nelle stagioni successive “A me gli occhi Please” e “A me gli occhi Please riveduto e corretto”. Gigi si consacrò al Brancaccio che con lui tornò a farsi teatro dopo anni di cinema. Aprí il “Laboratorio” per la formazione teatrale che si teneva nei locali ove oggi c’è il Brancaccino. La scuola di teatro di Gigi allevò decine di attori di successo. Nel 2000 grazie al compianto assessore alla cultura Gianni Borgna, Gigi tornò al Brancaccio ove diresse sette stagioni con ampia soddisfazione di tutti. Gigi è stato un uomo pieno di energia che sapeva trasmettere in modo sapiente. Aveva una presenza in palcoscenico rara, una forza pari a cento attori, ammaliava sornione e vivace passando da un tempo all’altro con ritmo da consumato mattatore.
Davvero ci mancherà̀ come le sue regie. Ora guardo in avanti aspettando una nuova primavera del teatro italiano certo che i tre Gigi faranno del loro meglio perché questo avvenga.“