Dal 30 aprile al 14 maggio 2024 al Cinema Romano di Torino “ROSE DI PERSIA” per raccontare l’Iran contemporaneo
ROSE DI PERSIA
8 registe, 9 film, 3 appuntamenti
per raccontare l’Iran contemporaneo
in una rassegna curata da Ashkan Khatibi
30 aprile, 7 maggio, 14 maggio |Cinema Romano| ore 20.30
In copertina un’immagine da “Orca”
Organizzata da AIACE Torino, Rose di Persia è un racconto per immagini, tutto al femminile, dell’Iran contemporaneo attraverso tre appuntamenti – il 30 aprile, il 7 e il 14 maggio, al Cinema Romano, alle ore 20.30 – e nove film diretti da otto registe. La rassegna è curata da Ashkan Khatibi, drammaturgo, attore, cantante e produttore iraniano, protagonista della serie tv di grande successo Khatoon, costretto due anni fa a lasciare Teheran dopo un arresto, violenti interrogatori e ripetute minacce e diventato in esilio uno degli artisti di riferimento dell’opposizione al governo teocratico del suo Paese. “Da più di quattro decenni il cinema e l’arte in Iran sono ostaggi del regime della Repubblica Islamica” – dice Ashkan Khatibi. “Ogni anno ci sono registi, come Jafar Panahi, Mojtaba Mir Tahmaseb e molti altri, che vengono imprigionati per le loro posizioni contrarie al governo. La vita delle donne iraniane è già, di per sé, difficile e spaventosa. Se questa vita si accompagna a un’attività creativa come fare cinema, la sfida diventa quasi impossibile. Perciò, negli anni passati, molte registe iraniane si sono trasferite all’estero. La rassegna intende far conoscere al pubblico italiano lo straordinario lavoro, in giro per il mondo, di queste donne di diverse generazioni. Naturalmente ci sono registe giovani e giovanissime che continuano a realizzare in Iran film senza gli infiniti permessi imposti dal regime per ogni fase della produzione e siamo orgogliosi di ospitare nella rassegna anche tre di queste opere clandestine”.
La varietà di provenienza si traduce, nei film selezionati, in gran parte inediti in Italia, in una pluralità di generi, formati, ambientazioni, in cui le registe raccontano la condizione della donna in Iran, le battaglie per il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, in forme ora allegoriche, ora dirette. La rassegna si apre (martedì 30 aprile) con il cortometraggio The Cat,di Mary Apick, parabola animata del buio calato sull’Iran con la Rivoluzione islamica; a seguire, il lungometraggio Orca, di Sahar Mossayebi, basato sulla storia vera di Elham-Sada Asghari, che, sopravvissuta alla violenza quasi mortale del marito, trova il suo riscatto nel nuoto di resistenza e, sfidando le opposizioni delle autorità islamiche, riesce a entrare nel Guinness dei primati.
Nel secondo appuntamento (martedì 7 maggio) vengono presentai cinque cortometraggi. I Am Trying to Remember,di Pegah Ahangarani, è una personale ricostruzione della storia dell’Iran contemporaneo basato su immagini e ricordi di famiglia, che rievoca gli uomini e le donne scomparsi, o ridotti al silenzio, negli anni postrivoluzione. Due film brevi portano la firma di Kimia Rahmani Ghane, regista ventenne oggi in esilio in Francia, ospite della rassegna. In Scool, l’autrice, intervistando le sue compagne di scuola, dà voce alle ragazze di una generazione senza voce, che parlano coraggiosamente di che cosa significhi essere giovani nell’Iran di oggi, mentre in Last Tango in Teheran racconta la sua storia personale e la sua decisione, nonostante una malattia fortemente invalidante, di lasciare la sua casa e la sua famiglia per emigrare all’estero. I più giovani sono protagonisti anche del cortometraggio Raya, ispirato alla regista Sepide Berenji dalla sua esperienza come insegnante, che esplora la resilienza, le potenzialità e la mentalità in evoluzione delle nuove generazioni iraniane. Falling Up, di Maryam Bakhtiari, è infine, una parabola sull’accettazione della propria diversità, un “esercizio dell’anima”, come lo definisce l’autrice, per mostrare come questo atteggiamento porti alla pacificazione interiore, a un nuovo sguardo sul mondo e a nuove esperienze.
L’ultimo appuntamento (martedì 14 maggio) si apre con il pluripremiato Our Uniform, di Yegane Moghadam, primo cortometraggio iraniano d’animazione candidato all’Oscar, viaggio metaforico e ironico in stop motion lungo le pieghe e le cuciture della vecchia divisa scolastica con cui l’autrice illustra i condizionamenti imposti dalla legge islamica attraverso le norme vestimentarie. La rassegna si conclude con la proiezione di Shayda, potente esordio nel lungometraggio di Noora Niasari, storia di una giovane iraniana in fuga con la figlioletta dal marito violento, che vede tra i produttori esecutivi Cate Blanchett. Basato su vicende autobiografiche della regista iraniana-australiana, il film ha vinto l’Audience Award al Sundance Film Festival del 2023 ed è interpretato da Zar Amir Ebrahimi, premiata come miglior attrice a Cannes nel 2022 per Holy Spider.
Ingressi: intero € 8, ridotto € 6, soci AIACE e studenti € 4
Info: AIACE Torino, via dell’Arsenale 39, Torino; aiacetorino@aiacetorino.it; www.aiacetorino.it
Cinema Romano, Galleria Subalpina, piazza Castello 9, Torino; tel. 011 5620145
PROGRAMMA
MARTEDÌ 30 APRILE
The Cat di Mary Apick (animazione, USA 2020, 13’)
Una ragazzina felice vende fiori, finché tutto non viene avvolto da un’oscurità malvagia. È costretta a correre per salvarsi la vita mentre il mondo intorno a lei viene distrutto. Una parabola della vita in Iran dai tempi della Rivoluzione.
Orca di Sahar Mossayebi (Iran/Qatar 2021, 117’)
Elham è una giovane divorziata iraniana che cerca di riprendere in mano la sua vita dopo essere stata picchiata quasi a morte dal marito, trovando consolazione e salvezza nell’acqua e diventando una formidabile nuotatrice di resistenza. In quella che diventa la battaglia della sua vita, Elham si trova ad affrontare ostacoli politici, religiosi e personali nel tentativo di raggiungere il proprio obiettivo: entrare nel Guinness dei primati per la più lunga distanza a nuoto percorsa con le mani legate.
Introducono Ashkan Khatibi, curatore della rassegna, e Sergio Toffetti, critico cinematografico
MARTEDÌ 7 MAGGIO
I Am Trying to Remember di Pegah Ahangarani (Iran/Repubblica Ceca 2021, 15’)
Con l’accompagnamento di una potente colonna sonora, la regista Pegah Ahangarani usa foto, video e ricordi d’infanzia per ricostruire la memoria frammentata della sua grande famiglia nei primi anni della rivoluzione islamica in Iran.
Scool di Kimia Rahmani Ghane (Iran 2022, 8’)
In un liceo femminile in una zona decentrata e disagiata di Teheran, un gruppo di studentesse parla coraggiosamente delle proprie speranze, dei propri sogni e delle proprie frustrazioni di ragazze che vivono nell’Iran di oggi.
Last Tango in Teheran di Kimia Rahmani Ghane (Iran/Francia 2022, 12’)
Kimia ha vent’anni, è un’iraniana emigrata e, nonostante i gravi problemi di salute, riesce a superare ogni giorno le proprie difficoltà. Anche se combatte contro i ricordi del passato.
Raya di Sepide Berenji (Iran 2020, 14’)
Raya e i suoi amici creano diversi problemi a scuola. Al tempo stesso, Raya riflette sulla morale e mette a confronto se stessa con i suoi genitori. È indecisa su quale sia il modo migliore per rendere il mondo un posto migliore: con la magia o con il confronto?
Falling Up di Maryam Bakhtiari (Iran 2022, 15’)
Una notte, il sogno di un uomo non procede secondo quanto da lui ordinato. L’azienda che produce sogni gli dice che l’inconveniente si è verificato a causa della somiglianza del suo sogno con quello di una ragazza. Entrambi dovrebbero trascorrere una giornata in azienda per risolvere il problema.
Presente in sala la regista Kimia Rahmani; introduce Ashkan Khatibi, curatore della rassegna
MARTEDÌ 14 MAGGIO
Our Uniform di Yegane Moghadam (animazione, Iran 2023, 7’)
Una ragazza iraniana svela i suoi ricordi di scuola attraverso le pieghe e le cuciture del tessuto della sua vecchia divisa. A partire dalla constatazione di essere cresciuta a Teheran come nient’altro che una donna, senza prospettive di ruoli lavorativi qualificanti, esplora le radici di quest’idea durante i suoi anni di scuola. Una satira sociale in stop motion delle regole sull’abbigliamento femminile imposte in Iran fin dalla tenera età.
Shayda di Noora Niaseri (Australia 2023, 107’)
Shayda, giovane donna iraniana fuggita dal marito violento, da cui ha chiesto il divorzio, viene accolta con la figlioletta di sei anni, Mona, in una casa-rifugio di Melbourne, gestita dalla protettiva Joyce. Qui Shayda tenta di ritrovare una normalità per Mona e di cominciare una nuova vita all’insegna di una libertà mai conosciuta prima. Ma la stabilità e la sicurezza per cui Shayda lotta ogni giorno rischiano di venire meno quando il marito Hossein, a cui viene riconosciuto il diritto di visita alla figlia, rientra nella sua vita.
Introduce Ashkan Khatibi, curatore della rassegna