Il 4 e il 6 novembre 2021 al Teatro dal Verme di Milano, Kian Soltani nuovo divo del violoncello con Ryan McAdams alla 77a stagione dei pomeriggi musicali
Kian Soltani nuovo divo del violoncello ospite della 77a stagione dei pomeriggi musicali “racconti senza parole: la musica tra mito, letteratura e poesia”
Sul podio Ryan McAdams impegnato con l’Orchestra milanese in pagine di Prokof’ev, Schumann e Schreker, pensate per creare un’aura, un’atmosfera suggestiva ed evocativa
Teatro Dal Verme
giovedì 4 novembre ore 20.00
sabato 6 novembre ore 17.00
Tornano anche questa settimana al Teatro a dal Verme, cada della musica milanese, i concerti della 77a Stagione 2021/2022 “Racconti senza parole: la musica tra mito, letteratura e poesia”, preparata dal direttore generale e artistico dei Pomeriggi Musicali Maurizio Salerno. Solista ospite degli appuntamenti in programma giovedì 4 novembre (ore 20) e sabato 6 novembre (ore 17) sarà il giovane violoncellista Kian Soltani, musicista austro-iraniano di grande carisma, già prima parte della West-Eastern Divan Orchestra di Daniel Barenboim, artista Deutsche Grammophon già apprezzato dal pubblico delle maggiori sale da concerto internazionali, da Londra a Salisburgo a Monaco e Lucerna.
Sul podio torna dopo il debutto dello scorso anno lo statunitense Ryan McAdams, uno dei direttori d’orchestra più versatili della sua generazione, molto apprezzato anche nel repertorio moderno e contemporaneo.
Il programma di particolare interesse nella sua articolazione presenta in apertura l’Ouverture su temi ebraici op. 34 bisdi Sergej Prokof’ev, quindi il celebre Concerto per violoncello e orchestra in La minore op. 129 di Robert Schumann e in chiusura la più rara ma sonoramente sontuosa Kammersymphonie di Franz Schreker, compositore di origine ebraica, attivo nella Vienna del primo Novecento, intenso studioso dell’espressività timbrica dell’orchestra.
«Cos’hanno in comune le musiche di due tra le voci più importanti di questa stagione, Prokof’ev e Schumann – scrive Raffaele Mellace nelle note di sala – con la rarità di Franz Schreker? L’intento di sfruttare il suono dell’orchestra per creare un’aura, un’atmosfera suggestiva ed evocativa. È questo il fine principale dei tre lavori, che prevale su qualsiasi preoccupazione di virtuosismo o pregnanza tematica».
L’Ouverture su temi ebraici di Sergej Prokof’ev è il primo lavoro scritto dal compositore negli Stati Uniti. Nella sua autobiografia, Prokof’ev stesso racconta la genesi dell’opera: «Nell’autunno del 1919 arrivò in America l’ensemble ebraico Zimro. Consisteva di quartetto d’archi, clarinetto e pianoforte, tutti miei compagni di studi al Conservatorio di San Pietroburgo. Lo scopo ufficiale del loro tour concertistico era di raccogliere fondi per creare un conservatorio a Gerusalemme, ma questo serviva solo a impressionare la popolazione ebraica americana. […] Mi chiesero di scrivere un’ouverture per il sestetto, e mi diedero un quaderno di melodie ebraiche. Sulle prime rifiutai, perché ero abituato a usare solo il mio materiale musicale. Il quaderno, comunque, rimase con me, e una sera, dandogli un’occhiata, scelsi qualche piacevole melodia e cominciai a improvvisare sul pianoforte. Passai il giorno dopo a lavorare sui temi, e alla sera l’Ouverture era pronta». Quindici anni dopo, Prokof’ev preparò una versione per orchestra da camera, divenuta op. 34 bis, in programma in questo concerto.
Il programma prosegue con il Concerto per violoncello e orchestra in La minore op. 129 di Robert Schumann, «pietra miliare del repertorio – scrive sempre Mellace – e unico lavoro di livello dedicato allo strumento per buona parte dell’Ottocento. Nella sua solitudine il lavoro conferma l’approccio tipicamente schumanniano al genere del concerto, ovvero l’idiosincrasia per il virtuosismo e per le regole del genere, tanto che il pezzo nacque semplicemente come Konzertstück, “pezzo da concerto”. Il compositore lo scrisse in tre settimane nella sua ultima stagione creativa, nell’ottobre 1850, da fresco direttore musicale della città di Düsseldorf, optando per una forma ciclica, ovvero un organismo unitario i cui tre tempi, cementati da riferimenti tematici sotterranei, vanno eseguiti senza soluzione di continuità».
Chiude il concerto la Kammersymphonie di Franz Schreker. Composta nel 1916 in celebrazione del centenario dell’Accademia Vienna, questa “Sinfonia da Camera” è un’emblematica messa in opera delle teorie sul suono e della tendenza all’esuberanza timbrica e alla differenziazione degli strumenti di Schreker che crea quindi un paesaggio sonoro onirico e iridescente, sofisticato nelle alchimie timbriche e perennemente cangiante nei colori come nelle agogiche: il “timbro” non è qui soltanto un fenomeno musicale, ma diventa non di rado anche “tema” nel senso di argomento. Lo stesso compositore scrive: «Timbri – che parola tristemente abusata, denigrata! Solo un timbro – solo timbri! Se chi critica sapesse quali possibilità espressive, quale inaudito potere di suggestione un timbro, un accordo, può nascondere in sé! Già da ragazzo mi piaceva suonare al pianoforte uno di quegli accordi “wagneriani” e ascoltare assorto il suo spegnersi. Mi apparivano visioni meravigliose, immagini ardenti di incantati regni musicali. E una grande nostalgia! Il timbro puro, senza nessuna aggiunta di motivi del dramma musicale, un aiuto senza pari all’atmosfera».
Informazioni e biglietteria
Teatro Dal Verme
via San Giovanni sul Muro, 2 – 20121, Milano
Tel. 02 87 905 – www.ipomeriggi.it
Il servizio informazioni presso il Teatro Dal Verme è aperto dal martedì al sabato dalle 11 alle 19
La biglietteria del Teatro Dal Verme è aperta da martedì a venerdì ore 10:30 – 18:30; sabato ore 10:30 – 14:00
biglietteria@ipomeriggi.it / tel 02 87905201
In ottemperanza alle normative vigenti, gli abbonamenti e i biglietti sono nominativi; all’ingresso viene rilevata la temperatura corporea ed è obbligatorio disinfettare le mani e indossare sempre le mascherine, seguire le indicazioni del personale e della segnaletica.
Vendita online www.ticketone.it
Kian Soltani ph. Holger Hage
Ryan McAdams ph. Lisa Mazzucco