TRILOGIA DI MILANO canto per una città.
Il Teatro Menotti propone a partire la versione integrale di SBOOM, STRAMILANO, EL NOST MILAN, tre spettacoli indimenticabili che hanno fatto la storia del nostro teatro e che ci piace immaginare come un unico canto per la città di Milano.
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Il teatro canzone, il linguaggio della scena cross-over, la contaminazione tra la parola e la musica identificano, tra le nostre altre esperienze creative, il nostro modo di fare e pensare teatro. La narrazione che proponiamo è articolata lungo la linea di un percorso ventennale dove abbiamo voluto individuare tre tappe fondamentali della nostra storia recente, tre spettacoli con unica grande protagonista, ovvero Milano, la sua storia, i suoi poeti, i suoi musicisti. Raccontata, cantata, amata, odiata. E se la nostra è la città degli incontri, il nostro teatro non poteva essere più fortunato a condividere il proprio progetto con attori come Adriana Asti, Maddalena Crippa, Marco Balbi, Lucia Vasini, musicisti come Alessandro Nidi e la multietnica Orchestra di Via Padova, per storie ed atre storie dentro e fuori la cerchia dei navigli. Riguardando gli spettacoli SBOOM, STRAMILANO, EL NOST MILAN, al di là delle marcate differenze estetiche e concettuali, non è affatto difficile, né tanto meno capzioso, trovare un’identità narrativa che ci piace immaginare come un unico canto per la città. Le storie e la sua gente tra il 900 e il nuovo millennio, il senso solido di un’appartenenza che riesce ad accomunare generazione diverse, diversi strati sociali, cittadini vecchi e nuovi.
(Emilio Russo)
2001
MADDALENA CRIPPA
SBOOM
Canti e disincanti degli anni ’60 e dintorni
Con MADDALENA CRIPPA, regia di Cristina Pezzoli; con Alessandro Nidi – pianoforte e direzione musicale, Elio Baldi Cantù – tastiere, sax e basso, Giuliano Nidi – contrabbasso e batteria, Samuele Marlieri -clarinetto e sax, Ivan Calestani – fagotto e tastiere
Al centro Milano e il Nord: pensieri d’amore e di nebbia sul paese del sorpasso, motore al progresso, cemento e silenzio.
Accostare la parola al canto senza soluzione di continuitàà per raccontare, attraverso una sorta di narrazione musicale, il boom e lo “Sboom” (secondo la celebre definizione di Zavattini) dell’Italia degli anni ’60, cercando di superare la fonica un po’ esangue del “recital”. Un’attrice-cantante e cinque musicisti ad attraversare la canzone d’autore (Tenco, Iannacci, De Andrè, Conte etc.) le “canzonette”, i jingles delle pubblicitàà dell’epoca intrecciati, in modo un po’ blasfemo, ad autori “pesanti” ideologicamente e culturalmente come Testori, Pasolini, Gadda, Zavattini, Ortese, Mastronardi ecc. Musica e poesia, romanzi e teatro a dare vita a uno “zibaldone” di parole e musica sul filo di una memoria che non porta con sé solo nostalgia, ma la necessitàà di compiere una ricognizione sugli anni in cui l’Italia cominciò a cambiare volto.
2004
ADRIANA ASTI
STRAMILANO/DIENOTT
storie di una città tra musica e parole
produzione Teatro Filodrammatici – Q.P. Produzioni, arrangiamento e direzione musicale Alessandro Nidi, pianoforte Gianluca Faccini violoncello Ilaria Catozzi clarinetto Alessio Terranova
a cura di Adriana Asti
Una donna di Milano guarda l’evoluzione della sua cittàà che lentamente sta mutando e le diventa estranea. Questa donna è un’attrice, Adriana Asti: ed è lei, con la sua voce e la sua “milanesitàà”, a condurre lo spettatore in questo labirinto apparentemente inestricabile e pieno di suggestioni. Il mondo dell’Italia del Nord, della civiltà lombardo – veneta, o meglio ancora della civiltàà milanese si compone attraverso le testimonianze, le voci, i suoni, i rumori, le musiche, i momenti non vissuti e raccontati, quasi fossero lampi o intervalli, in una grande labirinto che Adriana Asti interpreta e vive. Labirinto nel quale si intrecciano e si disperdono prose e poesie di scrittori che per citarli in (dis)ordine sparso, possono essere Carlo Porta, Emilio De Marchi, Alessandro Manzoni, Carlo Dossi, Arrigo Boito, Giovanni Testori, Delio Tessa, Alberto Arbasino, Camilla Cederna, Gaetano Sbodio, Franco Fortini, Ferdinando Fontana ed a questi si aggiungono autori musicali come Fiorenzo Carpi, Roberto Vecchioni, Enzo Jannacci, Paolo Conte, Giorgio Gaber, Leo Chiosso, Lucio Dalla. Scrittori e musicisti di Milano o che di Milano hanno parlato, costruiscono attraverso la voce e l’interpretazione di Adriana Asti una visione personalissima e soprattutto insolita della cittàà. Un gruppo dì “musicanti” accompagnerà l’attrice nel suo monologo (se monologo si può chiamare) citando motivi più o meno famosi, temi familiari al cuore del pubblico per evocare ricordi di tempi lontani o prossimi. Delirio milanese? Forse.
2012
TIEFFETEATRO/ORCHESTRA DI VIA PADOVA
EL NOST MILAN
concerto teatrale per una città
con i musicisti dell’Orchestra di via Padova e Lucia Vasini, Marco Balbi, Francesca Debri, Roberta De Stefano, Francesca Gemma, Fabio Zulli, elaborazione drammaturgica e regia Emilio Russo direzione musicale Massimo Latronico ,luci Mario Loprevite
In scena con gli attori della compagnia, i suoni, i colori e i sapori della straordinaria Orchestra di Via Padova per un concerto di musica e parole dedicato alla nostra cittàà e ai temi della convivenza civile e della tolleranza.
Il repertorio etnico dell’Orchestra di Via Padova e le canzoni milanesi si incroceranno con i testi letterari e teatrali di Carlo Bertolazzi, Emilio De Marchi, ma anche di Pier Paolo Pasolini, Franco Fortini, Michele Serra e Stefano Benni e del grande poeta africano Leopold Senghor per un percorso dal forte impatto emozionale, tra riflessione civile, ironia, poesia.
Il capolavoro e i personaggi di Carlo Bertolazzi, di cui non a caso abbiamo voluto utilizzare il titolo, faranno da sfondo ad uno spettacolo che da quel mondo degli “ultimi”, sconfitti forse, ma ricchi di un’umanità e di un irrefrenabile desiderio di libertà, lancia uno sguardo sulle contraddizioni di una città-patria-mondo che si scopre multietnica, ma tarda ancora ad accettare la diversità e l’essere straniero. Nel palcoscenico del Teatro Menotti i suoni e le parole si misceleranno ai canti e ai racconti di lingue diverse per una convivenza teatrale, che vuole essere una scommessa non solo artistica.